Halloween in Sardegna : le vere origini e tradizioni
Avete mai discusso le origini della festa pagana per eccellenza? Secondo gli abitanti sardi, la ricorrenza e le tradizioni che la caratterizzano sono nate tra i nuraghi. Halloween in Sardegna ha infatti riti e significati particolari che risalgono a tempi antichissimi.
Siete curiosi di sapere come Halloween sia nato in Sardegna e come si festeggia?
Le Origini di Halloween per la Sardegna
È probabile che Halloween sia nato in Sardegna?
Per gli abitanti sardi, la risposta alla domanda sarà sempre sì. E in effetti ha origini antichissime e le analogie con l’Halloween anglosassone sono impressionanti. Ma ci sono anche delle differenze che rendono la ricorrenza sarda davvero unica e particolare.
Partiamo dalle origini di Halloween in Sardegna.
In generale, questa usanza è legata a una credenza che accomuna diverse popolazioni del passato.
Per loro la notte tra il 31 ottobre e il primo novembre, accade un fatto straordinario quanto inquietante.
La distanza tra mondo dei morti e quello dei vivi si accorcia al punto che i morti riescono facilmente a passare il confine e visitare liberamente la Terra.
In questa occasione si svolgono una serie di riti e tradizioni volte a celebrare i defunti, che a ben vedere, in Sardegna possono effettivamente essere ricondotti all’epoca nuragica.
Ad esempio la versione sarda di Jack ‘o lantern, la classica zucca di Halloween.
Jack ‘o Lantern, il sardo.
La classica zucca di Halloween sarda ha veramente poco a che fare con quella anglosassone. Infatti nasce grazie ad un antico rito praticato dai druidi in età nuragica e comune sia alla Sardegna che alla Corsica.
All’epoca, nel periodo che attualmente è dedicato alla commemorazione dei morti, si usava recarsi al cimitero per prelevare dei crani e usarli come elemento chiave durante la preghiera per la pioggia.
Col tempo i crani vennero sostituiti da meno blasfeme zucche che ne ricordassero le fattezze.
Per questo ancora oggi in molte zone della Sardegna, vengono utilizzate delle belle zucche tonde per decorare casa.
Ma sapete che c’è anche un “Dolcetto o Scherzetto” sardo?
“Si onada a is animasa?” is the new Dolcetto o Scherzetto
Il cibo ha sempre avuto un ruolo importantissimo nei riti e nelle celebrazioni legate ai defunti.
Infatti, per mantenere il ricordo delle offerte ai morti praticate nell’antichità, per secoli e secoli, le famiglie sarde hanno lasciato durante la notte in cui i defunti tornano a far visita alla terra, un posto a tavola imbandito.
Assieme alle posate, si lasciavano un piatto di maccheroni preparati in casa, una brocca d’acqua e un bicchiere di vino.
Il pasto era disposto lì per le anime dei defunti che lo avrebbero consumato a lume di candela. Per far luce durante le ore notturne, lasciavano infatti anche un piccolo lumino sulla tavola o una candela accesa.
Oltre al piatto di pasta fatta in casa, c’erano altri modi per far godere ai defunti del piacere del cibo.
Ad esempio, con il classico “dolcetto o scherzetto”.
In Sardegna da sempre durante la giornata di Halloween, i bambini si aggirano per la città bussando alle porte muniti di un vecchio sacco o una federa di cuscino per chiedere “Si onada a is animasa?” pretendendo frutta secca e dolci tipici alla saba.
La credenza popolare vuole che mangiando i dolci ricevuti, si facciano arrivare ai defunti.
Leggende di Halloween in Sardegna
Ci sono anche tante storie che si raccontano la notte di Halloween legate ad antiche leggende popolari sarde.
Tra queste, quella de “Le Panas“.
Le Panas sono gli spiriti delle donne morte a causa del parto. Durante il giorno dei morti le si può trovare, secondo la leggenda, presso le rive dei fiumi intente a fare il bucato e chiacchierare tra di loro.
Ma hanno anche una caratteristica molto particolare. Pare siano piuttosto suscettibili e se un vivo dovesse disturbarle, verrebbe schizzato con acqua di fiume ardente come fiamme vive.
Piuttosto inquietante!
Un’altra leggenda interessante è quella di Ruxìa Rabiosa. Una donna ricchissima che possedeva terre vaste e fertili.
La donna era però molto avara, così che Dio, nel giorno dedicato ai defunti, punì la sua avarizia.
Trasformò la donna in pietra assieme a tutti gli oggetti che possedeva. La leggenda dice che ancora oggi, gli oggetti appartenuti a Ruxìa Rabiosa trovino in giro, sparsi per la Sardegna.
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