La Chiesa di San Michele è quella più famosa di Alghero, nonché uno degli edifici simbolo della città.
Sicuramente, la prima cosa che viene in mente a tutti è la famosa cupola multicolore che troneggia sul resto dell’abitato, ma le antiche mura nascondono molto più di quanto si possa immaginare.
Entra con noi nella Chiesa più famosa di Alghero alla scoperta di opere d’arte magnifiche ed una storia tutta da vivere.
Cenni storici
La Chiesa di San Michele ad Alghero, come la vediamo oggi, è considerata un magnifico esempio di arte barocca, ma l’aspetto odierno è il risultato di tante trasformazioni e vicende che si sono susseguite nel tempo.
Infatti, all’inizio sul luogo si trovava un altro edificio dedicato allo stesso San Michele e che si trovava a capo di una vasta area cimiteriale che arrivava a ridosso della Porta San Giovanni.
La storia inizia sul finire del 1500, quando il vescovo Baccallar decise di donare la vecchia chiesa ai Gesuiti con l’impegno di trasformarla in un collegio gestito dalla Compagnia di Gesù.
Così, nel 1589 partirono i lavori per il collegio ed il cimitero fu trasferito accanto alla cattedrale.
La nuova chiesa, quella che ha assunto le connotazioni che ben conosciamo, è stata realizzata invece tra il 1661 ed il 1675 sulla struttura preesistente.
Ma i lavori furono completati solo nei primi anni del XVIII grazie alla generosa donazione del capitano dell’esercito spagnolo, Geronimo Ferret.
A memoria e ringraziamento della salvifica donazione, a lui fu dedicata la lapide murata sul lato destro della chiesa.
Però, nel 1774, la compagnia dei gesuiti si sciolse per volere di Papa Clemente XIV.
Il collegio, che ebbe vita breve, fu adibito a caserma e fino al 1950, quindi in tempi relativamente recenti, non si ebbero cambiamenti significativi.
Il cambiamento arriva nel 1950 con il ritorno dei Gesuiti ad Alghero, che acquistarono l’edificio per usarlo con diversi scopi fino ad ospitare una biblioteca e l’associazione di volontari che la gestisce.
Ovviamente, nel tempo sono stati necessari diversi restauri, di cui l’ultimo nel 2007.
Facciamo un giro al suo interno per scoprire cosa nasconde.
Gli interni della Chiesa
Appena si varca la soglia, la prima cosa che si nota è forse l’altare maggiore dove si trova un imponente Crocifisso che risale al Settecento eseguito da autore spagnolo.
Oltre al crocifisso, sull’altare è possibile ammirare un grande dipinto dedicato all’Arcangelo Michele, patrono di Alghero, a cui è dedicata l’intera Chiesa.
A proposito dell’altare, si nota che alle sue spalle la pianta è obliqua rispetto al resto dell’edificio.
Sarà per via della struttura della chiesa preesistente?
Alzando gli occhi al cielo, si nota invece la caratteristica copertura a volta a botte.
Un ulteriore dettaglio, che sicuramente non sfugge all’occhio, è sicuramente il fatto che l’intera architettura dell’edificio è scandita da elementi strutturali in pietra creando affascinanti contrasti.
Mentre ai due lati dell’unica navata della chiesa si trovano delle cappelle.
Ti raccontiamo quelle più rappresentative.
Le cappelle della chiesa di San Michele
Partiamo dal lato sinistro, dove la cappella dedicata alla Madonna Immacolata si lascia apprezzare sia per la copertura a botte che per i dipinti di scene di vita della Madonna.
Il più suggestivo è sicuramente quello principale con la classica rappresentazione della Madonna con i piedi sulla luna attorniata dagli angeli.
La cappella dedicata a Sant’Ignazio di Loyola è famosa soprattutto per l’altare monumentale attorno al grande dipinto di Sant’Ignazio in estasi, realizzato in epoca barocca, in particolare nel 1678.
Passiamo al lato destro della chiesa dove troviamo:
La cappella di San Francesco Saverio con l’iconico dipinto del santo in cammino. Sopra il dipinto domina la scritta “Satis, Domine, Satis” che vuol dire “Basta, Signore, Basta”.
A sinistra della cappella troviamo la famosa lapide policroma realizzata in marmo che ricorda Geronimo Ferret come ringraziamento in quanto benefattore della chiesa e del collegio.
Sempre sul lato sinistro della Chiesa c’è la cappella dedicata a San Michele con la grande statua che lo ritrae mentre sconfigge Satana, un tema caro al repertorio artistico legato alla religione cristiana.
Infine, la cappella dedicata alla Madonna della Freccia ospita un grande dipinto risalente al 1652 e sotto di esso una nicchia col simulacro della Vergine di Valverde.
La cosa particolare è che questo dettaglio è legato ad un altro culto di Alghero.
Infatti, alla Madonna della Freccia era dedicata la prima chiesetta dove oggi sorge il famoso santuario di Nostra Signora di Valverde che si trova a pochi km dalla città.
Facciata e cupola della Chiesa di San Michele
Mentre all’interno si viene colpiti da opere d’arte e dal contrasto tra muratura imbiancata e parti in pietra, all’esterno si resta catturati da altri tipi di contrasti altrettanto affascinanti.
La facciata si lascia apprezzare per la religiosa modestia della decorazione. La parete appare liscia, mentre tre ampie finestre ed il portale ligneo donano un sobrio movimento alla struttura.
La semplicità di questa architettura mette in risalto i bassorilievi, dalla particolare importanza in quanto dedicati al sacro momento dell’Annunciazione.
L’altorilievo posto sotto le finestre rappresenta invece lo Spirito Santo.
Ciò che affascina di più degli esterni dell’edificio, è sicuramente il contrasto tra la sobrietà dell’architettura e l’iconica cupola colorata, divenuta ormai simbolo della città.
Interamente coperta di mattoncini dai colori vivi ed intensi, la decorazione della cupola è stata realizzata nel 1950 e segue fedelmente il progetto di Antonio Simon Mossa e Filippo Figari.
Come arrivare alla Chiesa di San Michele ad Alghero
La storica chiesa di San Michele ad Alghero è situata nel centro storico, in via Carlo Alberto.
Precisamente di fronte a piazza Ginnasio, è vicinissima a Piazza Vincenzo Sulis.
Si raggiunge facilmente da qualsiasi punto di Alghero ed è una meta perfetta per una passeggiata rilassante.
L’ingresso alla chiesa è sempre libero e si possono ammirare gratuitamente le opere d’arte al suo interno.
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